CHI SONO I VERI COLPEVOLI? QUANTI E QUALI SONO I DANNI CAUSATI DA SIFFATTI ARTIFIZI E RAGGIRI, CON UN EVIDENTE SAPORE DI "TRUFFA"?

STATO DELL'ARTE

  1. Il Tribunale di Trento sta cercando di raccapezzarsi sui tre fallimenti (Royal&Loyal, E.Lab e Recta Capital) causati dalle iniziative intraprese da Mario Daniele Bonaccorso.
  2. Il Gup di Catania ha rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta e documentale gli ex titolari della Elmec, l'azienda metalmeccanica di Piano Tavola dichiarata fallita nel 2006. Davanti ai giudici dovranno comparire, come imputati, l'imprenditore Giovanni Maglia, sua madre Nunzia Basile Rizzo e il socio Mario Daniele Bonaccorso.
  3. L'inchiesta della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania è coordinata dal procuratore reggente Vincenzo D'Agata ed affidata ai sostituti Antonino Fanara e Andrea Bonomo.

Tutto ha come “perno” una strampalata operazione immobiliare a Belpasso (CT), congiuntamente progettata e gestita dal Bonaccorso e dal Maglia, amici, soci e sodali... ma questa operazione è potuta avvenire necessariamente solo per il beneplacito Terzi, che hanno direttamente o indirettamente appoggiato una tale iniziativa.


SINTESI DEGLI AVVENIMENTI
Dichiarazione delle OO.SS. (CGIL/FIOM) di Catania, che nel comunicato del 3 luglio 2006, fra l’altro dichiarano:
“L’azionista di maggioranza ed amministratore unico (v. Giovanni Maglia) ….. dopo aver dilapidato le risorse ed la credibilità aziendale con iniziative inconcludenti e dannose, ha alla fine del 2005 alienato con il sistema delle scatole cinesi e con ripetuti passaggi di proprietà, quanto meno, poco trasparenti il consistente patrimonio immobiliare della ELMEC e lo stesso stabilimento, nonostante la società fosse gravata da debiti nei confronti dell’erario superiori ai nove milioni di euro.”

In data 18 dicembre 2006 il mensile di informazione e approfondimento L’isola possibile - per un'altra Sicilia
(http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=991&var_recherche=elmec) così scrive:

“…..Qualche giorno più tardi avviene una nuova vendita, questa volta la parte acquirente è la LEONARD Srl rappresentata dalla sig. Rejna Francesca Emilia, moglie del sig. Maglia Giovanni, che lo stesso giorno acquista anche il 50% della LEONARD Srl. diventandone socio di maggioranza. Infine il penultimo giorno dell’anno la LEONARD Srl vende gli stabilimenti industriali al sig. Bonaccorso Mario Daniele (socio d’affari del sig. Maglia Giovanni nella comproprietà della WIRENET TECNOLOGY Srl ) nella sua qualità di amministratore unico e legale della RECTA CAPITAL Srl, il prezzo pattuito dalle parti è di Euro 12.000.000,00 + IVA. Il pagamento della cifra pattuita per l’acquisto viene eseguito in due tranche: Euro 7.000.000 + IVA vengono pagati in contanti, mentre i restanti Euro 5.000.000,00 + IVA saranno pagati entro e non oltre il 13 febbraio 2006. La modalità di pagamento, quanto meno, stupisce per l’alta liquidità di cui dispone l’acquirente: la compravendita effettuata quindici giorni prima proprio perché la cifra è piuttosto notevole, viene regolata con delle rate spalmate lungo un lasso di tempo di sessanta mesi.”

Trattasi, quindi, di una sottrazione indebita di un immobile di proprietà della Elmec SpA di Belpasso (CT): un cespite aziendale, il cui valore a libri contabili è indicato in ca. euro 1.600.000,00, ma la cui perizia (v. Referto di Stima di Unicredit Banca d’Impresa del 9 gennaio 2006) lo colloca a un valore di euro 12.482.000,00.

Per una tale sottrazione, oltre a quanto indicato sopra, ecco ulteriori meccanismi utilizzati:

  • improvvisata procedura per il versamento di una caparra confirmatoria di euro 500.000,00 garantita da ipoteca, dove l’ordinante (Royal&Loyal SpA) non è il vero acquirente, e dove il beneficiario (GMR Holding 2 srl di Roma) non è il vero proprietario/venditore;
  • falsa dichiarazione del Bonaccorso davanti al Notaio La Noce di Catania in data 30 dicembre 2005, in merito a un versamento già effettuato di euro 7.000.000,00 (+ iva);
  • richiesta/ottenimento da parte di Unicredit Banca d’Impresa di un Mutuo ipotecario pari a euro 6.500.000,00 a copertura della differenza per l’acquisto dell’immobile + copertura di altre esigenze a favore di Recta Capital srl;
  • consulenza (pilotata?) per istruttoria pratica del finanziamento suddetto da parte della Spair Finance srl di Roma
  • richiesta / ottenimento di lettera di garanzia consortile a prima richiesta del 30% (con un massimo risarcibile di euro 1.950.000,00) concessa da Confidi Trento sempre a Recta Capital srl.

Oltre a tutto ciò, il Bonaccorso – in data 18 gennaio 2006 – sottrae un ulteriore somma di euro 200.000,00 dal conto della Royal&Loyal SpA presso la Banca di Trento e Bolzano per trasferirla (falsando la causale) a un cantiere di natanti in Polonia, dove ha avviato la costruzione di un catamarano di lusso, operazione intestata comunque a una società terza (Designeering srl) dove è Amm. Unico e ha - come socio al 90% - la sua compagna J. Baudo.

Le suddette indebite sottrazioni da parte del Bonaccorso avvengono in Royal&Loyal, dove il socio "istituzionale" di riferimento è ISA SpA, peraltro promotrice (con il Prof. C. Dematté, nel frattempo - marzo 2004 scomparso!) del salvataggio della società.

Perché ISA non ha voluto prendere posizione su siffatte malversazioni??? Perché un assoluto "silenzio" nonostante il danno evidente per i Soci?


LE ASSURDITA’

1
Nessuno sembra porsi delle domande sulla provenienza dell’immobile e sulle ragioni del suo “vagabondare”.
2
La caparra è il 50% del finanziamento di un milione di euro ottenuto da Antonveneta a vantaggio dello sviluppo del business della Royal&Loyal.
Sul bonifico appare la dicitura “la presente disposizione verrà eseguita, previa convalida della Direzione”. L’assurdo è che l’esecutore materiale del bonifico –che avviene appena qualche giorno dopo l’erogazione del finanziamento di euro un milione - è la stessa Antonveneta: possibile che la direzione non si sia posta alcuna domanda in merito a un bonifico di una caparra per un’operazione immobiliare di cui non si era mai parlato???
3
La stessa Unicredit Banca d’Impresa in data 13 gennaio 2006 scrive a Recta Capital, elencando – fra le condizioni sospensive del mutuo richiesto – anche la “verifica dell’avvenuta immissione di mezzi freschi (finanzimanti soci e/o capitale) da parte dei soci per almeno euro 8.400.000,00 e postergazione alle ragioni creditizie della Banca” a conferma dell’ambiguità di quanto dichiarato dal Bonaccorso davanti al Notaio. C’è stata questa immissione di denaro? Da parte di chi? Quando? Il mutuo comunque viene erogato (in data 31 gennaio 2006)
4
Che bisogno c’era di una consulenza per avere il finanziamento ipotecario, se la stessa stima di Unicredit aveva valutato l’immobile a una cifra superiore a euro 12.000.000,00?
Possibile, inoltre, che una tale consulenza per una tale operazione comunque abbia avuto un costo vicino a euro 200.000,00?
5
Su quali elementi Confidi Trento valuta l’affidabilità economico – finanziaria di Recta Capital srl (cap. soc. € 90.016,00) per concedere una così importante garanzia?
Il Bonaccorso nella richiesta di garanzia indica la partecipazione dell’86,5% in Royal&Loyal SpA, con un valore attivo pari a € 11.290.849 (dati presentati a Confidi nel gennaio 2006, ma a valere sul bilancio 2004). Orbene, già a partire dall'autunno 2006 la Royal&Loyal è ormai una realtà verso il fallimento!!!

Il link DOCUMENTI VARI riporta l' elenco delle missive intercorse a fronte delle assurdità di cui sopra.

CONCLUSIONE
Se l’operazione immobiliare suddetta con tutti i relativi corollari si dovesse confermare, (e certamente si confermerà!) come un illecito penale, probabilmente si dovrà prendere in considerazione anche l’istituto di concorso di persone nel reato e, conseguentemente, concorso solidale nei danni ingiustamente da me subiti.

Gli avvenimenti segnalano tutti i requisiti strutturali richiesti: pluralità di soggetti agenti, realizzazione di un fatto illecito, partecipazione di ciascun concorrente alla determinazione dell’evento.. e certamente il concorso è stato sia materiale… morale… e addirittura anomalo (“qualora il reato commesso sia diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti, anche questi ne risponde, se l’evento è conseguenza della sua azione o omissione”).

Sono tutti reati perseguibili d'ufficio: perché i Giudici di Trento non hanno approfodito finora un tale scenario?

Aurelio Giorgini